Due convegni veliterni: Giorgio Falco tra Roma e Torino (Velletri 12 ottobre 2016) – Velletri e la Marittima al tempo del Giubileo (Velletri 10 novembre 2016)

ESAURITO

FRANCO LAZZARI

Anno Edizione: 2017
Formato 15×23 – Pag. 420
Confezione a filo refe in brossura
con copertina stampata a 2 colori
ISBN 9788899846138
Prezzo: € 30,00

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Descrizione

Il volume raccoglie gli atti di due Convegni svoltisi a Velletri nel 2016. Il primo, dal titolo “Giorgio Falco tra Roma e Torino”, è stato dedicato alla figura dello storico torinese a cinquant’anni dalla sua morte (1966). È noto, infatti, il legame che Falco intrecciò con Velletri a partire dal fondamentale saggio su Il Comune di Velletri nel Medio Evo (sec. XI-XIV), lavoro che a distanza di un secolo dalla pubblicazione nel 1913-1916, mantiene pressoché intatto il suo valore. Gli interventi sono stati innanzitutto indirizzati a ricostruire la carriera scientifica e le travagliate vicende umane di colui che senza dubbio rimane tra i maggiori storici del Novecento: vanno pertanto letti in quest’ottica i saggi di Marino Zabbia, Giorgio Falco a Roma (1919-1922) (pp. 13-38), di Alessio Fiore, Giorgio Falco a Torino (1930-1938) (pp. 39-53), e di Marzia Azzolini, L’attività di Giorgio Falco presso l’Istituto storico per il Medio Evo attraverso i documenti dell’archivio (pp. 55-72). Pier Giacomo Sottoriva, Raccontare i Caetani. Uno scambio epistolare tra Giorgio Falco e Gelasio Caetani (pp. 73-87), esamina i rapporti intessuti dallo studioso torinese con Gelasio Caetani: il poliedrico esponente della nobile famiglia romana ritenne infatti d’avvalersi dei consigli di Falco nel redigere la storia della propria casata, la Domus Caietana, data alle stampe nel 1927-1933. Dal proprio canto, Anna De Santis, Le fonti locali nel saggio di Giorgio Falco: “Il Comune di Velletri nel Medio Evo (sec. XI-XIV)” (pp. 89-102) ricorda che tra i principali meriti dello studio sull’istituzione comunale veliterna vi fu l’edizione di un vasto numero di fonti due e trecentesche che le vicissitudini occorse nel frattempo alle raccolte documentarie locali abbiano purtroppo causato la perdita di alcune delle carte visionate agli inizi del Novecento dallo storico torinese. È ancora lo studio di Falco sul Comune di Velletri a richiamare l’attenzione di Franco Lazzari, La lotta tra Roma e Velletri nella seconda metà del Trecento. Ceti dominanti e divisione del potere (pp. 103-145). L’autore propone infatti una rilettura più attenta della documentazione a suo tempo analizzata dallo studioso, grazie alla quale circostanzia ulteriormente i rapporti tra il papato, il Comune di Roma e la città di Velletri nel sesto-settimo decennio del XIV secolo. La ricerca di Giovanni Pesiri, Aspetti del mecenatismo dei Caetani: il pittore Cristoforo Scacco e le ultime committenze del conte Onorato II a Fondi e a Minturno (1487-1491) (pp. 147-196), si riconnette a un altro filone di studi avviato a suo tempo da Falco con il fondamentale saggio Sulla formazione e la costituzione della signoria dei Caetani (1283-1303) del 1928. Al centro dello studio di Pesiri sono le modalità assunte dal sostegno che Onorato II Gaetani d’Aragona diede alle arti nel suo lungo governo della contea di Fondi (1441-1491). Il denso contributo di Alessandra Acconci, Per lo studio della committenza De Ceccano in terra di Campagna (pp. 197-276), rivolge infine l’attenzione al ruolo di patroni delle arti svolto dai conti di Ceccano nei loro feudi tra XII e XIV secolo.

Il secondo Convegno ha avuto per tema “Velletri e la Marittima al tempo del Giubileo”. Nel primo saggio con il quale si apre questa parte del volume è opera di Anna De Santis, Bonifacio VIII e Velletri (pp. 279-288) che ripercorre le relazioni intrecciate tra Velletri e papa Caetani a cavallo del primo Giubileo. Lo studio di Clemente Ciammaruconi, Società e istituzioni religiose in Marittima al tempo della «Grande romeria» (pp. 289-321), ha proposto quindi di comprendere quanto del fervore che animò le migliaia di pellegrini recatisi in visita ad limina Apostolorum nel 1300 sia possibile trovare nella realtà religiosa della Marittima. Il contributo di Giovanni Pesiri, Una lettera collettiva d’indulgenza dell’anno giubilare 1300 per la chiesa di S. Maria Maggiore nel castrum di Lenola (pp. 323-344), presenta una lettera collettiva d’indulgenza con la quale tre arcivescovi e nove vescovi, presenti nell’Urbe in occasione del Giubileo, accordarono ciascuno un’indulgenza di 40 giorni a coloro che avessero visitato in determinate festività la chiesa di S. Maria de Inula o avessero concesso lasciti per la sua costruzione, manutenzione e lo svolgersi del culto. Conclude gli interventi il saggio di Monica Calzolari, Malintenzionati e proclivi al delitto o veri devoti? Ordine pubblico e sicurezza nell’Anno santo del 1825 a Velletri (pp. 345-361), che indaga quali siano state le ripercussioni per la città di Velletri della proclamazione del Giubileo nel 1825 da parte di Leone XII.

FRANCO LAZZARI ha già curato alcune edizioni sulla storia di Velletri e laziale. Ripercorrendo gli avvenimenti veliterni si è avvicinato alla storia medievale di Roma sulla quale ha pubblicato i saggi: La ‘decarchia’ medievale nel Lazio meridionale, innovazione o persistenza? (2009), Castra e proprietà medievali del monastero di S. Andrea in Silice (Le Castella) (2011), Il privilegio di Gregorio VII del 14 marzo 1081 ovvero il recupero delle proprietà ecclesiastiche in vario modo alienate (2013), Il ripopolamento delle antiche ‘civitates’ romane del Lazio meridionale nell’ottica del primo incastellamento (X-XI secolo) (2014), I Teofilatti nel necrologio del sec. XI del monastero dei SS. Ciriaco e Nicola in via Lata (2014).