ALESSIO DELI – La bellezza e la ruggine

15,00 

Anno Edizione: 2016
Formato 21×29,7 – Pagine 24
ISBN 9788899846084
Prezzo: € 15,00

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Descrizione

A cura di Lorenzo Canova, con una poesia inedita di Marco Lodoli.

Un incontro misterioso tra epoche e stili differenti, un’installazione che lavora sulla memoria e sulla nostalgia, un ciclo di sculture che fondono classicità e avanguardia: Alessio Deli interviene nei suggestivi spazi della chiesa di Santa Rita facendone dialogare l’impianto barocco con le presenze plastiche di opere che evocano memorie rinascimentali ed elementi di forte contemporaneità, nel mistero di una sacralità perduta e legata allo splendore delle figure femminili.
Deli coniuga con maestria la grazia e la bellezza misteriosa delle donne rinascimentali scolpite da Francesco Laurana, da Verrocchio o da Jacopo della Quercia alla ricerca sui nuovi materiali e sui materiali di recupero nata col Futurismo e giunta fino all’Arte Povera e oltre, in una ricerca che ha avuto il suo apice nell’opera di Alberto Burri insieme a quella di Ettore Colla, Mimmo Rotella e Jannis Kounellis.
In questo modo Deli sembra dialogare col passaggio del tempo, con lo splendore e la rovina del mondo, mettendo in evidenza il disastro ambientale fatto di scorie e di rifiuti, ma lasciando aperta la strada a una possibilità di rinnovamento.
La capacità del giovane artista, infatti, non è solo quella di lavorare con il ready-made in senso installativo, ma anche di creare un’armonia tra il polimaterismo e la sua capacità di modellare e comporre le anatomie e i volti, con una qualità formale da scultore antico che nella sua leggerezza si redime da ogni possibile accademismo evidenziando invece una finissima intensità di immaginazione e realizzazione iconica.
Le opere di Deli si trasformano così in una vera e propria sublimazione della materia brutale del mondo, degli scarti della civiltà postindustriale e delle cose neglette, consumate dal tempo e dall’uso, abbandonate ai margini delle nostre città, in un’azione di redenzione sacrale degli oggetti scartati, che vengono riscattati dalla loro condizione di inutilità, per trasformarsi negli abiti sontuosi di figure metaforiche che portano con sé allusioni enigmatiche.
Così, come un fiore nato in luoghi contaminati e in rovina, la grazia lieve delle donne di Deli sboccia dal metallo arrugginito e dalla materia corrosa, metafora di una bellezza che trova sempre la sua via di rinascita: dunque, grazie alla sua abilità manuale, alla sua capacità costruttiva e alla sua visione scenica, Deli ha creato un ciclo suggestivo di sculture che compongono una sorta di denso ed elegante racconto figurativo.
Deli calibra con finezza la scelta dei materiali di recupero, ne seleziona il colore e la presenza, passa dal cuoio di vecchie borse ai damascati di tappezzerie mangiate dalle tarme, trasforma un bandone per le scatole di tonno in un corsetto finissimo, un tetto di latta in una veste preziosa.
Le sculture di Deli in questo modo giungono a essere presenze solenni e leggere, simboli di un ritorno verso l’armonia partito dalla distruzione, costruendo un nuovo canone di proporzioni e di forme in piena relazione con la rigorosa e misurata architettura sacra di Santa Rita.